Dicono di GZ

24.2.09

S'i' fossi acqua, idraulico

La mia bambina con le palle in mano (Usbergo Sabàto)

Tra tante paccottiglie che s'ammirano a Pisa
io ben so, deh, a quale posso il mio box-doccia assomigliare.
Certo alla schiuma, alla nerastra schiuma
che dal tubo discorre;
alla scia di polvere di mattonella sgretolata
ch'esce bianca e bordeaux dal muro,
e il piede dissemina;
a dei grumi, insensibili grumi di silicone,
che si fanno e disfanno tra le mani.
E ad altre cose ostili e ingombranti.

Questo più o meno il resoconto da Ca' Somaicy Strindjamow, dove il box doccia ha smesso d'essere (una prece) e verrà presto sostituito da quello nuovo che io avevo chiesto all'Idraulico, che l'Idraulico aveva chiesto al Mandrillo, che il Mandrillo aveva chiesto alla Vacca (una prece), che al mercato (forse quello dell'usato) compra i pezzi di ricambio. Dunque ho sprecato ore (potrei dire giorni, visto che si tratta di diverse ore in diversi giorni) a sgrassare silicone e a cercare docce per alluvionati... per nulla. GraZie amica esistenza, ti sono sempre troppo grato.
In compenso ho un'immagine meno stereotipata dell'Idraulico. Ha solo due telefoni, uno per la moglie (e il mondo legato a sua moglie) e l'altro per "le donne". A quest'ultimo telefono hanno chiamato:
1. "Quella che lì la tua amica... Sì però stavolta dille che... Sì, appunto, basta col divano, se c'è su' ma'... ecco, dille che si faccia a letto".
2. "Oh ma 'un.zo se ti reggo... magari sci si vede in albergo... via, vedrò di mangia' po'o, artrimenti m'addormento... ma.tte.ssei brava?".
Dulcis in fundo, "deh, scusami santo per le selefonase, ma deh, l'idrauli'o ha.dda.ffa'.ll'idrauli'o". E se solo sapesse quanto è difficile trascrivere foneticamente anche il raddoppiamento, eviterebbe certo di fare simili telefonate.
In compenso ora il gas funziona senza minacciare l'esplosione, l'acqua scorre, la mattonella non attenta ai tessuti del mio piede e la doccia... Ah la doccia, quell'unico ritaglio di intimità (oddio, lessico giornalistico) nella congerie settimanale di vuoti e pieni (pheeew, dislessico dro-san). Se sapeste com'è difficile lavarsi senza doccia, com'è difficile addirittura farsi una doccia senza la doccia, allora mi avreste tutti (???) invitato a delordarmi a casa vostra (merito glorioso a Contessa e Tardells).
Ora mi toccherà pulire ciuccio intorno a me, e prego sant'Eufemia di non farsi bestemmiare troppo, oggi.
Stasera mi godrò il sonno dei giusti dopo essere andato alla festa dei Paryah, festa mascherata (ma non è stipendiata come invece questa). Non so ancora bene se e, in second'ordine, da cosa mi travestirò: il vestito da Sabina, la Secchia Rapita, non può venire alla luce, perché richiede troppo lavoro; Grazia Molta, Salacadula e Signora Vomito restano tra le cose più probabili (posta la parrucca come essenziale per tutte, dovrei trovare nell'ordine: un serto di narcisi, OR un complesso di inferiorità realizzato, OR un fisico decadente; a quel punto il gioco è fatto).
Finiamo ridendo (ora pro nobis). Un idraulico viene in casa e dice: "Finisco domani". BWAHAHAHAHAHAHA
[ngz] Ebbene sì amici (???), non finirà mai, perché l'idraulico è consustangziale a ciò che non nomino per paura della folgore assassina e vertiginosa della notte salsa e tafferuglinosa che GZ e Karnival mi preparano.

22.2.09

Pizza e silicone dentro me

Dunque, mi sono licenziato. È andata in questo modo.
Sceso dal mio ovulo spaziale, ho incontrato il Gerarca Bionico Cattivissimo, che ha tentato di incenerirmi con il Prin-Laser (arma superfiga con fasci di luce, "ma è più fascio che luce"); io l'ho evitato e ho risposto a suon di Richard-2726 (la pistola in dotazione alle Forze del Mistero Misterioso), canticchiando anche, per rilassarmi e prendere meglio la mira; il Gerarca e i suoi scagnozzi giacciono quindi sconfitti nel funesto e tartareo (pieno di grazia) carcere della Sede Nuova della Sovrintendenza, dove il Re Sexties (il cui nome muove dalla reiterazione delle regali funzioni) irrora graziosamente di armonia le genti che sono sue.
Passiamo alla Realtà dei Fatti, mia nota nemica. Dopo lo sgrasso del silicone, la mia doccia è ancora un disassemblato gruppo di piani, alcuni più vitrei, altri più oblunghi e dealbati, come se fossero i passanti di una doccia appena smontata. In breve: per non Puzzare (
Puzzare is a registered mark of Scientists & Co.) mi sono lavato a pezzi, a moltissimi pezzi in verità, per preparare il mio ingresso nelle vesti di palazzo. Le quali comprendevano una ciopa di amaranto d'Anatolia e perfilo d'oro; e, in alternativa a questa, il seguente apparato:

- giacca verde spigata [nota linguistica: dopo avere detto "spigato" per anni, il commesso di un qualche negozio ha chiamato la mia giacca "spinata", e io mi sono detto: devo avere frainteso io, pensando che il disegno di cui si parla fosse più simile all'andamento di una spiga che a quello, che so?, di una spina di pesce. Ok, allora d'ora in poi dirò "spinato": per fortuna mi sono ricordato dell'esistenza di alcune cose cartacee (elenco telefonico, dizionario, agenda cartacea) di cui almeno una (gli Atti dei SS. Devoto e Oli) potevano rivelarmi l'arcano. Quindi ritorno alla retta via, maledicendo le occasioni in cui ho dato agio ad alcuno di dubitare del mio italiano];
- sottogiacca beige;
- camicia bianca;
- cravatta verde intonata alla giacca ("c'è tanta grazia", pare abbia detto qualcuno), annodata con uno half-Windsor che, durante l'intreccio, ha potuto giovarsi di un'unica mano, mentre l'altra aiutava via sms la versione del fratello di una certa persona che gli aveva dato il mio numero sbagliando le ultime cifre (la sintassi ricorda la difficoltà del mezzo Windsor: mamma quanta grazia...);
- jeans neri;
- scarpe nere;
- sciarpa verde/beige;
- giaccone marrone;
- anche, all'occorrenza, guanti marroni.

Ovviamente, tutto questo non sarebbe mai servito, se non si fosse trattato di un'occasione molto seria, austera quasi, ammantata di probità accademica e distacco scientifico, davanti allo scranno equissimo del Giudizio Fededegno che mai prima d'allora aveva conosciuto il Giudicando. Ometterò quindi i dettagli dello svolgimento, per giungere ai pasticcini che hanno allietato discorsi della serie: "Quando ho ospiti stranieri, per fargli vedere il meglio di Pisa, li porto a Lucca", o "I pisani ti fanno credere che quello che hanno in negozio è non solo il meglio, ma anche il solo che esista, come la maglia fiorata che volevano darmi per le righe verticali dei pantaloni" etc. Però, lazzi a parte, devo dire che sono rimasto piacevolmente sorpreso dell'interesse che una volta ogni quindici anni riesco a sortire nei miei Uditori.
Il pomeriggio è volato in: sgrassaggio di silicone (sì, amici tutti - ??? - continua la Saga), sfogliatura (o sfogliamento, neutro exstante) del catalogo dei dipinti attribuiti (anche malamente) a Lucas Cranach, delizia all'ascolto di Monteverdi Mika e RenatoZero, rivestizione galante dopo la mise desiliconante.
La sera è passata in compagnia di Tardells, Albero, Contessa, Aureus, Handrea, Gio', e delle pizze della Tombola a. T. [avanti il Tribunale]. Bisogna ammettere a nostro disdoro che loro si sono trattenute in nostra compagnia - posso dirlo con certezza almeno di Deliziosa, la mia accompagnatrice gocciolante di Fromages no. 4, porcini e salame piccante - molto più di quanto noi le abbiamo degnate del nostro tocco impudente: ne sento ancora l'inebriante profumo, una presenza quasi incrollabile.
La compagnia più sveglia (che tanto per intenderci comprendeva me...) si è recata da Tardells a giocare a Trivial Pursuit Genius [Genius è un marchio registrato di SNS & Assegnists] con il risultato che io e Tardells facevamo squadra contro Contessa, Aureus e Albero, che - non c'era bisogno di aggiungerlo - hanno vinto. La tarda senescenza che ormai accompagna Tardells da lunghe generazioni, e che ha visto me come suo più recente (dodicenne) accolito, mi ha fatto rischiare che il rientro sotto il gong fisiologico dell'una passata mi facesse stramazzare su una delle limpide vie di Pisamerda; ma Dro-San ce l'ha fatta, ha raggiunto Kasomow tra lo strenuo battagliare contro Sbadigli, Autospegnimenti e Onìrisi - finché l'amato talamo non l'ha recato in quel paese dove il Sogno è tanto vero che Bolzy può offrire carne di vipistrello a colui che n'è così ghiotto.
Post Scriptum: stamanimattina doveva venire l'idraulico (che fa un lavoro migliore dell'accademico di merda o della crusca) a reinstallare il non-box doccia nel suo tracciato, "ma deh, c'ho un'urgianza improrogabile" e quindi vado alla magione di Contessa/Tardells a rimuovermi di dosso il silicone.
Mi scuso inoltre per avere usato come titolo del post quello della canzone che ha vinto a Sanremo.

20.2.09

Narratologicamente back

Incredibile dictu (è un peone primo con spondeo, c'è tanta grazia tra gli uomini), ma eccomi di nuovo per voi (???) di rientro dal gennaio-febbraio più freddo degli ultimi anni. Quante novità ha da raccontarvi Dro-San, vi chiederete voi (???). Ebbene, amici miei, ne ha - come dire? -
Come prima cosa (ma verrebbe per ultima in quanto ultima, ma prima perché permette di scrivere di tutto dal primo all'ultimo, poiché pur venendo per ultima è prima per importanza) ho smesso di prendere gli anti-cerebroidi. Poi, è stato attivata la linea telefonica + adsl che mi dà voce sul mondo (grazie Infostrada). Ora a Ca' Somaicy-Strindjamow internet è ciuccio intorno a me.
La vicenda picaresca più recente è la rottura di un treno (ma molti, molti più zeby) e il conseguente ritardo in conservatorio, dove attendo alla preparazione di toccate, sonate, crostate, giraffe (trova l'intruso); il PRIN e la cotutela want-to-be con Harvard sono una simpatica divagazione nello stornello del "casacolazione - dlin dlon dlan - qualcosadiimpegnativomainutile - dariudlòn - casadormire", che canticchio (perlopiù in fa maggiore) allegramente ogni giorno, facendolo iniziare tipicamente con un episodio di Tsubasa Chronicles ed estinguendolo in uno di Dexter o Heroes; la parte più 'erotica' (che culoz) è la dismissione del trauma da doccia collettiva, che ha inaugurato la mia tormentata relazione con Pale Strazza (remotissima parente di una nota grecista); oggi ho anche scoperto che è preferibile sgrassare una pentola dopo il discioglimento al suo interno della mucca che fa la panna della mensa, che togliere il silicone dal seno di Ca' Somaicy-Strindjamow (henceforth Kasomow), quell'orribile bagnetto pulito ma orribile dove il box doccia è stato appena sostituito da un non-box doccia, le cui spoglie devono essere spurgate del troppo silicone (e ovviamente, amici tutti, toccherà al prode Dro-San sodomizzarsi con pezzi di doccia decostruita); l'incontro con un aiutante del protagonista (tale Filiberto Chili, chiamato Mike) ha segnato l'inizio della gloria--- BWAHAHAHA (con quanti HA si dovrà scrivere?).
Ma anche tante altre cose: il mio nuovo iMac (DLON), con il nuovo copriletto per il divanetto da cui guardo, solo soletto, le mie serie preferite, nella stanza dei libri, con le tende colorate e tanta carta, tantissima carta; i nuovi pezzi che sto studiando (il Rutto in mi bellomolle di Puglio Giangileo, la Solfa di Zacuncé, etc.); i molti progetti avviati (pace nel mondo, flirt con Anastacia, scambio di rotule con estraneo al buio di camera blindata in motel subacqueo, il De culice di Bembo, etc.); i nuovi piatti sperimentati (mannagg, 0 a 1 per la Realtà dei Fatti); i dubbi su chi mi è amico; la certezza su chi mi manca e su quanto, e su quanto spero che non debba mancarmi mai più nel futuro; la bustina di cremini perugina (DLON) che ormai sono finiti, e quindi finisco.
Ah, domattina (che tra qualche minuto diventerà "stamattina", o "tra qualche ora", o "minchia che sonno") mi licenzio, con la speranza di trovare un lavoro migliore: magari come orafo, vacanziere scambista, affittacasupole, limatore di carapaci, autiere, smaltatore di draghi di porcellana, osannatore di elefanti, groupie, cocco di zio e zia, affibbiastivali, traduttore di lingue morte, scopritore di manoscritti, studiatore di cavalieri, adescatore di zanzare. A PROPOSITO, HO APPENA AMMAZZATO UNA ZANZARA CON LA FORZA DI GRAVITA' DI UN CALZINO, ripeto non con il Bechamel no. 5 che inde promanava, bensì con il peso, ma al contrario, perché era sul tetto, ma allora siamo sicuri che era il peso e non piuttosto il tanfo? Ma le zanzare respirano? E non si strozzano mentre puppano il sangue e respirano, pure? E chi le manda in casa a spiarci? Che c'è, uno che le infila in casa mentre entri e si nasconde, così poi non lo vedi, e lui sogghigna e se ne infischia del fair play perché lui è un badass e ne sa troppo di anfibologie? Infilatori di Zganzare, su Sco-Ri-Educational Channel (il Canale di chi ha troppa nostalgia dell'infanzia, della satira, dell'amicizia).